Cominciamo col dire che ogni momento è quello giusto per la Digital Transformation (DX), così come non ci sono aziende troppo grandi o troppo piccole per intraprendere il percorso.
Di trasformazione digitale, ovvero della cosiddetta Industria 4.0, si parla ormai da dieci anni e il concetto è entrato a far parte di ogni aspetto della nostra vita. In particolare, gli ultimi 12 mesi hanno dato una spinta poderosa in questa direzione.
Dall’automazione industriale all’autonomia industriale
La trasformazione digitale offre l’opportunità di adattarsi a mercati in rapida evoluzione sfruttando lo sviluppo tecnologico tanto in ambito ricerca e sviluppo quanto in quello di engineering, marketing, vendite e service, fino alla logistica ed alla creazione di valore. Forse l’industria di processo avrà bisogno di più tempo rispetto ad altri settori, ma i vantaggi saranno nettamente più significativi.
La tecnologia digitale consente di potenziare l’operato degli addetti, ottimizzando i processi ed automatizzando sistemi ed organizzazioni ed è grazie alla trasformazione digitale che l’industria di processo sta arrivando a quello che chiamiamo „Smart Manufacturing“.
Lo Smart Manufacturing nell’industria di processo richiede un’architettura integrata, contestualizzata, ovvero la fusione tra OT e IT. Questo presuppone apertura e disponibilità ad accettare la natura dirompente delle architetture finora disponibili.
Per molti utenti finali, l’obiettivo è l’autonomia operativa, ovvero l’implementazione dello smart manufacturing. In Yokogawa chiamiamo IA2IA la transizione fra automazione industriale e autonomia operativa. Tutte le aziende si trovano inizialmente ad un determinato stadio di automazione. Guardate l’animazione seguente e stabilite a quale punto del viaggio IA2IA si trovi la vostra azienda.
Il livello di automazione nell’industria di processo è già molto alto, così come l’implementazione della piramide dell’automazione. Gli step ulteriori verso lo Smart Manufacturing richiedono però l’utilizzo delle tecnologie moderne e la capacità di accettare che la piramide dell’automazione si è rivelata troppo rigida per questa fase dell’evoluzione.
Non esiste una formula magica per la DX!
Ogni azienda è unica nel suo genere e in quanto tale imposta ed implementa la propria strategia commerciale. Ognuna ha un grado di “maturità digitale” diverso, ove per grado di maturità s’intende la quantità di processi digitalizzati già implementati nell’azienda stessa. A seconda del settore e delle dimensioni, il grado di maturità digitale varia fortemente, ma non necessariamente in modo proporzionale, ovvero questo non significa che quanto più elevato è il grado di maturità, tanto più grande sia l’azienda. La disponibilità alla trasformazione digitale non dipende infatti né dalle dimensioni, né dal capitale dell’azienda.
“Chi fa sempre ciò che sa fare, rimane sempre quello che è già.”
Henry Ford
Decisamente più significativa al riguardo è la capacità di adeguamento del personale: nel momento in esistono disponibilità e predisposizione non solo a percorrere la strada del cambiamento costante, ma anche a parteciparvi attivamente, non si dovrà fare altro che impiegare, adattare e applicare le tecnologie necessarie. Non si tratta di definire quante persone desiderino il cambiamento, ma chi desideri cambiare. Ecco perché si deve disporre non solo di una prospettiva, ma anche di un programma concreto: il successo deve poter essere conseguito, non solo pianificato.
Come affermò una volta Erica Jong:
“La cosa grave è che se non rischi nulla, rischi ancora di più.”
Accompagnateci in questo blog dedicato anche ad altri temi correlati alla trasformazione digitale nell’industria di processo. Scoprite qual è la differenza tra automazione e autonomia, documentatevi su NAMUR Open Architecture, su produzione flessibile e applicazioni di gemelli digitali. Leggete degli aspetti e delle opportunità offerte dall’autonomia industriale, restate con noi, c’è tanto da esplorare.
Un semplice esperimento sulla Manutenzione Predittiva e l’IA2IA